Poesie di Eldy

SE PERDI UN PEZZO DI TE..

-Se la notte non hai più’ voglia di dormire per paura di sognare
– se la tua compagna ti dice addio dopo una meravigliosa notte
d’amore.
– se il tuo migliore amico non ti riconosce più’
– se hai perso la tua cosa più’ cara
– allora vorresti scendere dal mondo…raggiungere quel sole che
– non ti riscalda più’.
– e cerchi una fontana per bere, il profumo del mare.,.un amico che ti ascolta ancora, .le note di una musica che parla da sola e che ti esorta alla speranza.
– e li la troverai , tra rifiuti di parole mai ascoltate, trai i petali di una rosa appena sbocciata…tra gli sguardi innamorati e smarriti , tra le scelte oculate e i progetti mai finiti davanti a vetrine finemente addobbate .
– e li la perderai , per la ricerca ostinata di un amore nuovo, per un’illusione incantata..per un orgoglio che non e’ mai stato dignità’..
– ma, se l’amore e’ ancora li….non aver paura di invecchiare…non correre lontano…..perché’ il tempo non ha mai oscurato il sole e la musica non ha mai smesso di vibrare, diffondendo le sue note nell’immenso, che tu ancora vedrai e sentirai.
– e non ti perderai perché’ non avrai più’ bisogno di cercare quello che hai già’ dentro di te..e diventerai unico protagonista del tuo vissuto e della vita che verrà’
autore:luigi4lc7.lc:

Questa poesia è stata scritta da admin, il 14 gennaio 2010 at 15:34, nella categoria: luigi4lc7.lc. Lascia un tuo commento qui



Alla fine di un lavoro

Domani è l’ultimo giorno, poi si torna a casa, cosa ne sarà di te che rimani qui, piccolo amico.. Italo mi guardava, inclinando la testa un po a destra un po a sinistra, accucciato accanto a me.. gli avevo messo al collo fin dal primo giorno che lo incontrai il foulard tricolore, gli avevo dato da mangiare, e gli avevo dato un nome Italo,da quel giorno..lui era stato sempre con me, mi seguiva ovunque come un’ombra. Tutti gli volevano bene, ed erano abbracci e coccole. Cosa ne sarà di te, soffrirai a non vedermi più, io sono abituato agli addii..ma tu nel tuo piccolo cuore di cane soffrirai,e forse morirai di melanconia. Gli parlavo e senza rendermene conto lo accarezzavo dolcemente,mentre seduto..dividevo con lui l’ultimo sprazzo di tempo rimasto. Italo era un cane, un bastardino, lo avevo trovato per caso sulle macerie di una vecchio casolare.. sporco, denutrito, spaventato..pesavano più le pulci che aveva addosso che lui tutto intero. Fu un amore a prima vista , i suoi occhietti tristi mi si impressero nel cuore..qualcuno gli tirò un sasso per allontanarlo, ma lui rimase li..fermo anzi si accucciò in segno di resa. Fu così..che lo raccolsi e lo portai alla base, lo feci visitare dall’ufficiale medico..era solo un po sordo mi disse,ed ha un sacco di pulci.. ma qui starà bene.. se te ne prendi cura. E di cure ne ebbe , dopo una settimana, era diventato la mascotte della base.. col suo tricolore al collo. Erano passati i giorni, i mesi..lui era sempre con me..adesso dovevo lasciarlo..tornavo a casa alla fine di un lavoro. Forse lo aveva capito, non giocherellava più con le fibbie del mio elmetto..e per seguirmi aspettava che lo chiamassi.. Chi si sarebbe preso cura di lui..cercavo una soluzione..ma qualunque cosa pensavo.. non era di mio gradimento..  . La voce del colonnello tuonò nella stanza, cosa… un cane , e dove lo vuole portare.. Lo porto con me signore, in Italia, a casa mia, se lei mi da il permesso scritto. Ma lo lasci dov’è.. si rende conto di quello che dice, ha messo in conto tutti gli inconvenienti  del  viaggio in aereo.. . Signore mi dia il permesso , italo viaggerà con me non darà fastidio a nessuno..  . No non posso..nessun permesso.. . La mia delusione fu enorme..non potevo insistere.. sentivo la rabbia montare dentro.. ero sulla porta dell’ufficio..stavo uscendo..la voce del colonnello..mi giunse alle spalle. Trovi il modo più consono, per portarsi via quel coso a quattro zampe, e sia ben chiaro durante il viaggio la responsabilità sarà totalmente sua..ufficialmente..lei non ha fatto nessuna richiesta al sottoscritto.. ufficiosamente domani sparisca col suo cane.. .Italo era fuori che mi aspettava..con qualche collega,lo abbracciai forte.. domani vedrai l’Italia  che bella.. avrai una vera casa tutta per te.. , italo abbaiò .. il mio collega sorrise..e con una pacca sulla spalla mi disse  adesso si  che sei alla fine di un lavoro.
autore:angel1.vr:

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 15:29, nella categoria: francesco7.pv (angel.vr). Lascia un tuo commento qui



l’altoforno

Lo si vede da lontano il bagliore rosso,
sembra un tramonto.
sembra,
ma il panorama è diverso, molto diverso,
ciminiere altissime che sbuffano fumi neri, bianchi, azurrini.
polvere che vola e ti entra negli occhi nel naso, sulle auto,
sui panni stesi,
ti entra nei polmoni.
Operai con i volti bruciati vivono il loro quotidiano inferno,
La bocca del grande forno si spalanca per ricevere quello che rimane
della ricchezza di colui che l’accudisce.
In quell’ inferno finiscono sogni, gioie, dolori, orgogli e sconfitte
totem della civiltà che hanno finito  il loro compito di apparire.
Poche ore e tutto sarà un’amalgama incandescente pronta per altri totem.
iI minestrone dantesco ribolle impaziente di rigenerarsi come araba fenice:
fatica, lavoro, stanchezza, sogni, speranze tutto nel ventre rosso del forno affamato.
Una sirena avvisa del prossimo vomito del mostro.
L’omino della gru aggancia la grande siviera e lentamente la posiziona sotto la bocca
fiammeggiante pronta a sputare tutto il suo contenuto incandescente.
E’ un’esplosione di lapilli, uno spettacolo di  fuoco e bagliori che si  vedono da lontano.
Lentamente la siviera si riempe ed è il momento di avvinarsi al fuoco, quello vero,
quello che brucia gli abiti  da lontano col suo calore, è il momento  della verità.
Bisogna prendere un campione di quell’inferno. E’ necessario sapere se quell’inferno è buono.
Come un vulcano attivo ribolle e lancia i suoi lapilli in lontanza con esplosioni e mille scintille
e quando i lapilli toccano il suolo scoppiettano ancora in altri mille e mille altri piccoli soli al tramonto.
Ecco, la colata è finita, il mostro ha nuovamente fame. 

 

forno

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 12:12, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



Soli e non sapere Poesia scritta da robertadegliangeli

Pensare di essere soli ecco che ci sentiamo tristi : quante cose si rimpiangono ,quanti  ricordi ci fanno soffrire, anche quelli più teneri,poi se guardiamo bene quanto l’abbiamo agognata nei momenti di discussione,(se fossi sola ) quante volte abbiamo detto questa parola, poi quando si avvera ecco che non ci fa più piacere esserlo, “soli”………. pensiamo non l’abbiamo scelto noi…….ci sentiamo costretti in una situazione non nostra, invece analizzando  la situazione, ci accorgiamo che il lamento tante volte ci fa compagnia,  compagno di tante serate.. Dai ascoltiamo il nostro cuore scopriamo così che siamo in compagnia, il nostro io e qui parliamoci, sentiremo le risposte, sono sempre cose giuste, solo che alle volte non riusciamo a dare attenzione a questo, perdendoci in cose malinconiche
autore:robbi

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 05:26, nella categoria: robertadegliangeli. Lascia un tuo commento qui



Il dubbio

Leggo tra le righe della mente
vite lontane
desideri ignoti ai miei occhi,
ai miei sensi,
ma anche pagine bianche
che si confondono con l’anima
nella ricerca di una essenza quotidiana
di un perchè eterno,
ma poi resta il dubbio
che ti accompagna prendendoti per mano
autore:francomuzzioli

Questa poesia è stata scritta da admin, il 13 gennaio 2010 at 17:58, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui



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