Lo si vede da lontano il bagliore rosso,
sembra un tramonto.
sembra,
ma il panorama è diverso, molto diverso,
ciminiere altissime che sbuffano fumi neri, bianchi, azurrini.
polvere che vola e ti entra negli occhi nel naso, sulle auto,
sui panni stesi,
ti entra nei polmoni.
Operai con i volti bruciati vivono il loro quotidiano inferno,
La bocca del grande forno si spalanca per ricevere quello che rimane
della ricchezza di colui che l’accudisce.
In quell’ inferno finiscono sogni, gioie, dolori, orgogli e sconfitte
totem della civiltà che hanno finito il loro compito di apparire.
Poche ore e tutto sarà un’amalgama incandescente pronta per altri totem.
iI minestrone dantesco ribolle impaziente di rigenerarsi come araba fenice:
fatica, lavoro, stanchezza, sogni, speranze tutto nel ventre rosso del forno affamato.
Una sirena avvisa del prossimo vomito del mostro.
L’omino della gru aggancia la grande siviera e lentamente la posiziona sotto la bocca
fiammeggiante pronta a sputare tutto il suo contenuto incandescente.
E’ un’esplosione di lapilli, uno spettacolo di fuoco e bagliori che si vedono da lontano.
Lentamente la siviera si riempe ed è il momento di avvinarsi al fuoco, quello vero,
quello che brucia gli abiti da lontano col suo calore, è il momento della verità.
Bisogna prendere un campione di quell’inferno. E’ necessario sapere se quell’inferno è buono.
Come un vulcano attivo ribolle e lancia i suoi lapilli in lontanza con esplosioni e mille scintille
e quando i lapilli toccano il suolo scoppiettano ancora in altri mille e mille altri piccoli soli al tramonto.
Ecco, la colata è finita, il mostro ha nuovamente fame.
Contributo di
, 14 gennaio 2010 12:12.
Alfred, un altro ” pezzo” in cui sei maestro.Descizioni accurate e poetiche che descrivono un altoforno che di poetico non ha nulla , ma che tu riesci a trasformare con le tue parole.