Poesie di Eldy

La mia vita poesia scritta da roberta degli angeli

 

 

 

sole1

 

 

 

Che gioia infinita la vita,
se la guardi in un giorno di sole,
e splendida come una risata argentina.
Che tristezza infinita la vita,
se la guardi un giorno di pioggia,
il non uscire mette malinconia.
Ma poi il campanello vi fa sentire vivi,
il telefono qualcuno che ti cerca,
tutto torna nei binari della vita,
che alla fine la gioia, la tristezza ,
te la fanno sembrare unica,
a pensarci bene che bella,
è la mia vita.
autore: robertadegliangeli
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Questa poesia è stata scritta da admin, il 24 dicembre 2009 at 04:14, nella categoria: robertadegliangeli. Lascia un tuo commento qui



detesto il natale

Ho sempre detestato il Natale,
fin da bambino l’ho detestato,
le luci, i suoni, i rumori, la confusione,
detesto gli auguri, le strette di mano,
gli incontri per strada,
le visite ai parenti, le telefonate,
le piramidi di  panettoni nei negozi,
detesto le carezze sulla testa dei  bambini,
detesto le cartoline colorate e i brillantini
che rimangono in giro per casa fino a carnevale,
quando saranno sostituiti dai coriandoli.
Detesto il cenone della vigilia,
ti devi riempire fino a scoppiare,
e poi il pranzo di Natale:
mangi la roba preparata una settimana prima,
perchè altrimenti non facevi in tempo.
Sei andato a cercare a cose piu strane da presentare in tavola
dalle patatine, al popcorn, alle tartine,
porcherie che non mangi mai, ma a Natale le metti in tavola ,
ed è tutto  buono, tutto fa festa,
e il panettone farcito, e il torrone chiaro e scuro per confermare che non siamo razzisti.
Vino e spumanti a fiumi,
bottoni  dei calzoni e zip delle gonne che si slacciano in silenzio,
i parenti  che parlano, parlano, e la padrona di casa che corre avanti e indietro
affannandosi, perchè tutto vada bene.
I bambini che non stanno fermi un minuto e che vorresti  stessero a tavola,
ma non glielo hai mai detto: solo a Natale.
Le briciole in terra, e i segni lasciati dalle sedie e dalle scarpe sul pavimento lucido.
Detesto il Natale con gli addobbi  appesi nei posti più impensati e le tovaglie colorate.
La cosa orrenda appesa alla porta di casa, l’albero che perde gli  aghi dopo due giorni.
Detesto gli avanzi  tre gioni dopo.
Detesto la televisione accesa che mostra gli operai in sciopero  e i disoccupati che piangono.
Detesto i campi da sci pieni di gente e le bottiglie di  spumante cha fanno pum in mano
ai ricchi  che ridono spensierati.
Detesto gli auguri dei politici che dicono che tutto  va bene.
Detesto il Natale perchè a Natale si deve essere buoni.

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Questa poesia è stata scritta da admin, il 23 dicembre 2009 at 22:39, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



Scilla……

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M’illumino d’immenso amore
al solo pensiero di poter posare
lo sguardo sul tuo splendore.
La lingua di mare, ristretta tra due scogli
dai continui miraggi che,
col tuo gran fasto, riesci a creare
agli occhi miei, quella sfavillante luce
che si perde in quel limpido
e radioso specchio, dove si  riflettono
un’ordinata fluttuazione d’immagini..
In quell’azzurro mare, custode di sogni
di tante stagioni, che giornalmente
viene violentato. Si cantano le gesta,
si ricordano gli amori consumati
ai piedi di quelle tue acque,
dove, quella calda pelle
di spruzzi veniva sfiorata
d’apparir  speciale,
ispirando fantasie, mentre,
calmo e silenzioso
ti lasciavi immortalare

autore: domè

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 17:43, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



A Silvia

https://youtube.com/watch?v=-4hF5lctFaA%26hl%3Dit_IT%26fs%3D1%26%22+type%3D%22application

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?

Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all’opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.

Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D’in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch’io sentiva in seno.

Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?

Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d’amore

Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell’età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell’umane genti?
All’apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 05:17, nella categoria: vari autori video. Lascia un tuo commento qui



I DIMENTICATI :di Luigi..

Dimentichiamo per un po’ noi stessi, le nostre presunte grandezze,
le nostre presunte bellezze….
Dimentichiamo ciò’ che superficialmente appare e,
che vogliamo far apparire….
dimentichiamoci un po’ di noi..
Dimentichiamo le oasi deserte, i rossi tramonti,
le nostre contraddizioni e le forti emozioni,
sorvoliamo, per un istante i sogni accumulati e lasciamo un po’ di sana realtà’
a chi non può’ neanche sognare,
perché, tanti sanno che anche un sogno può far male.
E noi qui a cercare qualcosa che per i dimenticati non è,
ne luce e ne splendore, ma un piccolo regalo . 
È un diritto che il mondo non avrebbe dovuto a loro negare..
Buon Natale ai dimenticati.
autore:luigi4lc7.lc:

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 04:37, nella categoria: luigi4lc7.lc. Lascia un tuo commento qui



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