Una giornata uggiosa, quasi tutti vestiti in blu, facce tirate, sguardi persi nel vuoto, rabbia.
Il prete parlava di pace, mentre sulla bara rivoli d’acqua si formavano.
In disparte sotto ad un cipresso, assistevo a quel funerale, osservavo tutto e tutti, lasciando che la pioggia mi bagnasse.
Avevamo venti anni io e te quando ci conoscemmo, in camerata sul letto a castello dormivi sopra di me, ricordo quando per scherzo ti legai al letto, le risate di tutti mi riecheggiano ancora nella mente, poi finito il corso, venne il giorno dei saluti, nessuno di noi sapeva la propria destinazione, ci sedemmo all’ombra sotto l’asta della bandiera che proprio tu quella mattina alzasti al suono della tromba, ci guardammo a lungo in viso, scoppiammo a ridere, per mascherare la nostra tristezza, sei mesi insieme, avevamo condiviso tutto, anche le punizioni, le ragazze, le scazzottate, i primi del corso ad avere il record dei puniti.
Adesso eravamo li, senza parole, ancora qualche ora insieme poi le nostre strade si sarebbero divise, e cosi fu.
Fummo chiamati in fureria, uno ad uno, ne uscimmo con in mano una lettera, quella della destinazione, fino all’ultimo avevamo sperato che fosse la stessa, ma tu a levante ed io a ponente, ci scambiammo mille promesse, e ci abbracciammo, nascondendo per vergogna i nostri occhi pieni di lacrime..
Mi scrivesti mesi dopo, eri nell’inferno della Somalia.
Mi raccontavi di te, delle tue imminenti nozze, appena saresti tornato, e ancora ricordavi, dei nostri compagni , delle fughe clandestine.
Al tuo matrimonio non ero presente, il lavoro mi aveva portato lontano, poi la vita col suo tra tra ci seppellì fra mille cose ,e passarono gli anni.
Di tanto in tanto qualche notizia, eri diventato famoso, lo sapevo tu eri un tipo tosto, non mollavi, poi quella notte, sei finito ucciso da fuoco amico, non ci credo, non può essere così.
Tua moglie mi sta guardando, nei suoi occhi leggo una domanda, a cui non so rispondere, guardo tuo figlio ormai ventenne che l’abbraccia, anche lui mi guarda, anche lui chiede.
Vorrei trovare delle parole che vi raggiungano il cuore, vorrei ma resto muto con la rabbia che mi sconquassa dentro.
Il prete ha finito la sua predica, tutti salutano per l’ultima volta, la pioggia è battente adesso e non ho vergogna di ammettere che non è solo acqua quella che mi bagna il viso.
Autore:francesco7.pv:
Contributo di
, 24 novembre 2009 15:36.