Languore di gemiti infranti
dal dolce infuriare del mare,
sbattuto dai prorompenti marosi.
Iride, supina, ascolta
l’incanto d’amore
che il seno le scioglie,
quasi arrestando
I battiti sordi che prima
scuotevano il fragile petto.
Piange, dimentica.
Domani, al lindo chiarore
dell’alba, scuotendo
le membra intorpidite
dal riposo senza riposo,
si chiederà se la vita
sia degna d’esser vissuta.
Cornici di alghe infiorate,
dal rinfrescante, smanioso
profumo, siatele compagne
nella notte senza fine.
Il sole, col fiero cipiglio,
luce ridonerà alla sua anima,
appagata nel desiderio snervante.
lorenzo.rm
Contributo di
, 14 settembre 2009 00:21.