E’ notte fonda oramai,
per raggiungere il sonno
alimentai le mie fantasie
con pensieri giocosi,
il sonno arrivò
e un dolce languore mi trasportò.
Sognai di ballare con te
un appassionato tango
che accese in me l’ardore
e mi fece vibrar d’amore.
Divina dea dell’amore,
la tua bocca è ornata di perle e colori,
le tue mani sfiorarono il mio viso,
le tue labbra si appoggiarono alle mie,
e un tuo bacio appassionato mi portò in paradiso.
Il tuo corpo avvinghiato al mio,
col suo calore riscaldò il mio afflitto cuore.
La luna, le stelle e le dolci parole
mi destarono dal torpore.
Le visioni svanirono ,
e lentamente cominciai a meditare.
Non è più tempo d’amore per me.
Il ricordo mi fece soffrire
ma la speranza è l’ultima a morire
Autore:Fernando
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IL “DinAnimismo”
(Movimento Poetico/Artistico Rivoluzionario Delle Anime), fondato dal poeta e scrittore Zairo Ferrante, è stato già ufficialmente riconosciuto come avanguardia da una parte della critica letteraria, raccoglie le opere e vanta le collaborazioni ed il sostegno di numerosi Artisti (Alcuni anche molto noti) sia Italiani che Esteri ed ha come obbiettivo quello di riavvicinare l’Arte e specialmente la Poesia all’Uomo, in quanto pura ed essenziale voce della sua Anima. Il movimento si prefigge di divulgare una poetica ed una produzione artistica ispirate a principi di matrice ” romantico-umanistica “, con lo scopo di sostenere ed accompagnare l’Uomo in questo periodo di transizione “futuribile”, caratterizzato da enormi cambiamenti e scoperte tecno-scientifiche che, se non saggiamente “adoperate”, possono, in un certo senso, privare la Società della sua più grande conquista, che s’identifica con l’acquisizione del”senso critico”.
Dinanimismo è un termine nato dalla crasi delle parole “dinamismo” ed “anima”, per cui è possibile intenderlo anche come moto introspettivo dell’Anima da contrapporre alla dilagante superficialità dei nostri giorni.
Il dinanimismo ha solo ed esclusivamente un carattere culturale-artistico-letterario, pertanto, in linea con una promozione culturale “trasversale” e “paritaria”, è aperto a Tutti, non è riconducibile a nessuna fede politico-religiosa e non risponde, in alcun modo, delle azioni e decisioni politiche, religiose e culturali degli artisti che, in modo diretto o indiretto, ne possono far parte.
Inoltre, onde evitare spiacevoli malintesi, si possono considerare “ufficialmente” dinanimisti solo ed esclusivamente gli Artisti e Scrittori che – in modo aperiodico, gratuito, consenziente e non vincolante – sono stati presentati sulle pagine ufficiali del movimento. Pagine tutte riconducibili al seguente link: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/
Sulla cattiva strada
Dedico questa a chi ruba il pane, al barbone dietro l’angolo, a chi vive ai margini di un semaforo, a chi vende il proprio corpo per sopravvivere, a chi – malato di solitudine – si droga per curarsi, a chi vive in ginocchio, a chi è sudicio e per strada viene scansato…a tutti gli “amici” che, a causa della mia ipocrisia, hanno scelto la loro personale “cattiva strada”.
Ma posso davvero essere sicuro che sia stata una scelta peggiore rispetto alla mia “buona strada”? (Zairo Ferrante)
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L’uomo robot
Vaga l’uomo-robot
in questo inizio
di millennio ma
fine di progenie,
vecchia e superata.
Vola l’uomo-robot
tra aurore siderali,
porte temporali e
ruscelli radiopachi
d’intelligenze neocreate.
Tra molecole di bario
al vento regalate,
vive l’uomo-robot,
che si nutre della scienza
a trasmissione ultravioletta.
Combatte l’uomo-robot
con tiranni sanguinari,
che han per padre
il dio danaro e per
madre il gran mercato.
Sopravvive l’uomo-robot
in questa fine di progenie,
in questo inizio dell’eterno.
Tra più soli artificiali e
viaggi interspaziali.
Ed insegue l’uomo-robot,
la sua anima ormai ceduta
ai diavoli mascherati,
con promesse ben’agghindate
per un futuro immacolato.
E si dispera l’uomo-robot
per la sua anima che ha perduto,
per la ricchezza vanificata,
ché solo un robot – e non un uomo –
all’eterno ha consegnato.
A ME CHE SON DI-VERSO
(inedito)
A me che son di-verso
qualche verso mi decanto,
per sberleffo
e dis-canto del normale.
A me che sono gay
quando, solo, cerco e trovo
la carezza di un amico.
A me che sono cieco
quando, forte, chiudo gli occhi
nell’amore della Donna,
assaporando quel suo bacio.
A me che sono down
quando, perso, nell’abbraccio di mia madre
dolcemente allungo gli occhi,
che si perdon’in un sorriso.
A me che son barbone
quando, al freddo, d’una panchina
mangio pane e bevo birra.
E decanto qualche verso
a Chi semina parole
per il mondo degli Uguali.
A Chi in silenzio,
per amore del di-verso,
si vergogna del normale.
E SCORRONO I POETI
inedito di Zairo Ferrante
E scorrono i Poeti
come fiume argento vivo
a perdersi nel mare.
Molti sono già passati
Alcuni sono passanti
Qualc’altro, e questo sono io,
è morto giovane.
E frugano i Poeti
tra le lacrime della gente.
A loro poco importa
quando piegano,
a fatica,
le parole nel recinto d’una pagina.
Ed ecco ché li deridono,
quando parlano i Poeti.
Perché non sono nulla
se si esclude la loro voce.
Perché contano meno,
quando in silenzio,
della gente
un poco…,
portan la Croce.
Dedicata ai Poeti, a Chi fa poesia, a Chi
la poesia la vive nel silenzio del Cuore.
*Quadro: “Mendicante” di Carofalo Vincenzo
GIARDINO
(inedito)
Meandro, anfratto,
estratto sublime
di vita passata.
Vissuta.
Nelle pieghe
d’una solitaria
realtà.
E’ fantasia,
che una Donna spiega
come viola ed elettrici
capelli, come onde
sulla spiaggia
nero seppia consumata.
Un giardino.
Luogo lontano,
realtà assai vicina,
dove il rancore
a poco a poco
si consuma
e la paura
lentamente
si dissolve.
Nelle pieghe di un
ricordo,
nelle curve di speranza,
nell’incontro di un Amore.
LA PORTA
Si chiude, resta lì ferma, sospesa.
Nel limbo degli indecisi
nel mondo degli afflitti.
Si apre, resta lì ferma, sospesa.
Naufragata in un mare calmo,
non va alla deriva,
non ritorna sulla spiaggia
come farebbe una barca senza marinaio.
Resta lì nuda, ferma, sospesa.
Come sull’orlo del precipizio,
come sorretta da un vento lontano.
Quasi cercasse conforto in una voce
quasi aspettasse l’invito a farla finita.
Invece no.
Resta lì, ferma, sospesa.
Poi si apre, si chiude e di nuovo lì,
quasi soffrisse nella sua indecisione.
Poi una mano la apre,
poi più nulla,
la stessa mano la chiude.
E solo un tonfo si infrange sul mare di silenzio,
quasi a voler ricordare quella porta cullata
dal vento e poi chiusa dall’uomo.
Come vita cullata dall’amore
e poi spezzata dal destino.
*Poesia tratta dalla raccolta “D’amore, di sogni e di altre follie” di Zairo FerranteVIAGGIO NEL SILENZIO
di Zairo Ferrante
Soltanto sospinto dal vento
io sento il suo canto
e d’incanto mi perdo nel sole.
È mattino!
LO SCONOSCIUTO
F-U-T-U-R-O: Parola veloce,
fatta di F come Effimero,
fatta di T come Troppo veloce,
veloce come il Razzo della R.
Ti travolge.
Parola, ai giorni nostri,
neppure pronunziata e già passata, vecchia.
Continuamente ci travolge, il futuro
con le sue novità, le sue comodità
e spesso con le stesse
ci spaventa.
Paura. —-
Elaborazione fatta da: Boba.52
Dal sito ufficiale di :Copyright©zairoferrante
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http://www.youtube.com/watch?v=D-h_XLLoJHkLa primavera dell’amore
L’innamoramento equivale alla primavera. Quando ci innamoriamo, crediamo che saremo felice per sempre. Non riusciamo neppure a concepire di non amare il nostro compagno. E’questo un bel momento di innocenza, in cui l’amore sembra eterno, un periodo magico in cui tutto appare perfetto e funziona senza sforzo. Il nostro partner ci appare come la risposta a tutte le nostre necessità. Danziamo insieme in perfette armonia e ci beiamo della nostra buona sorte.
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Vorrei che.. .
Vorrei prendere in prestito le parole,
quelle dette mai, ma lontano più della luna
ascolto il silenzio,qui fra infinite distese
di sabbia. La notte è scesa gia da un pò, c’è
una stella che riflette i pensieri miei,
dove sono tutte le mie cose più care, sento..
anche una voce.. mi sta parlando di te, non
vorrei ascoltare, lasciami andare vorrei
gridare..posso ancora volare, lassù ..
in alto..fra colori veri, dove il sole
del mattino è una nuova frontiera da
raggiungere… Ho negli occhi quella
scena..quel bacio innocente di bambina
sulla mia guangia, quelle braccia tese
in un abbraccio..unico regalo di questo
schifoso vivere.. quello sguardo di uomo,
che distante mi fissa..e ringrazia con quella
mano..tesa in alto verso il cielo ,in un saluto..
mentre la Toyota col suo autista, armato di Ak-47,
prende la strada alzando nuvole di polvere .
C’è un pò di pace adesso..vorrei avere indietro
il mio tempo che non trovo più, vorrei essere
a casa mia,perso nel mare di parole di un racconto che non finirò mai di scrivere
nello schermo di un freddo pc… .
E’ il racconto della vita , la mia.
Qualcuno un dì, disse che ero un grande,
poi qualcun altro disse che non contavo
niente.. forse non sapeva che volevo
una carezza anch’io, forse non sapeva,
ma prova tu a camminare a piedei nudi..
a cercare ogni giorno una risposta
ai tuoi perchè.. e non è bastato il
tempo.. ancora cerco quel perchè.. .
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