Era un pomeriggio estivo
quando sorpreso da uno scroscio di pioggia
mi riparai in una chiesa.
Ero stressato dal caldo torrido della città.
Mi sedetti cercando di placare le mie ansie,
la serenità del sacro luogo mi diede subito serenità.
Il silenzio e la pace giovarono al mio spirito.
La voce soave di una soprano emergeva dal coro
l’angelica dolcezza della voce
mi entrò nel cuore,
provai un’estasi meravigliosa e rassicurante.
Spesso gli esseri umani per la bramosia di vivere
si privano della dolcezza che la vita le potrebbe dare.
autore: Fernando
Dedico questa poesia alla mia carissima amica Morena che molto si è prodigata per farmi ritrovare la serenità.
Contributo di
, 18 luglio 2012 20:15.
Certo Fernando che una voce come quella della Callas che canta l’Ave Maria di Schubert non poteva che mandarti in estasi e rasserenare il tuo animo travagliato.
Bellissima dedica, peccato che la destinataria, forse, non l’abbia nemmeno vista.
Carissimo Fernando,eccomi a ringraziarti e a farti i miei complimenti x la stupenda poesia che mi hai dedicato.Quando l’ho letta mi sono emozionata giacchè nella realta’è successo veramente un episodio cosi:stavo cantando”Signore delle cime”e una signora mi stava ascoltando,pensavo non ci fosse nessuno solo io e il mio maestro.Ad un certo punto in una pausa del testo sentiamo singhiozzare,era quella signora stava piangendo,corsi verso di lei,le chiesi il perche’ del suo piangere,era angosciata,non riusciva a rispondermi,volevo rincuorarla ma non sapevo come.Poi lei mi disse:canta ti prego,fallo x mio figlio,intuii qualcosa anche se non sapevo i dettagli,promisi di cantare se lei non piangeva piu’ e cosi continuai ma la mia voce era tremante tanto che il mio maestro disse di lasciare perdere………….ma in quel preciso momento una forza interiore mi suggeri’di fare un respiro profondo e di eseguire quel canto con tutta la mia capacita’vocale.Eseguii quel canto in maniera celestiale ho sorpreso pure me stessa e il maestro e la signora,era x suo figlio e ho voluto dare il meglio di me.In seguito delegai quel canto non riuscivo piu’ad eseguirlo dopo aver saputo che il figlio della signora era un ragazzo di 18 anni che in moto propio in montagna nelle dolomiti x colpa di altri aveva perso la vita.Scusa se mi sono dilungata ma ci tenevo a farti sapere qs episodio.Sei Grande Fernando in tt,anche nelle scelte delle canzoni.Grazie di cuore,scusa se non ho commentato prima,dovevo avere il tempo neccessario,ma mai mi sarei persa di leggerti…………..Un abbraccio
bellissima poesia Fernando,grazie davvero,l’ho sentita propio personale come un vestito fatto su misura x me.Ottima anche la scelta della canzone anzi direi sublime.Grazie ancora